18 giugno 2009, Ellis Park Stadium, Johannesburg La squadra egiziana ringrazia e festeggia dopo il gol di Homos ai campioni del mondo |
Dunque, proviamo a guardare nella palla di lardo del torneo che comincia sabato notte (orari cui dobbiamo cominciare a prepararci anche noi, e non solo le squadre che fanno le prove del 2014 al di là dell'oceano). E dico subito Messico: arriva a fari spenti per i nostri nesci di giornalisti specializzati, ma è l'XI che ha vinto le Olimpiadi sulle sopravvalutate stelline brasiliane [vedi], ha un tecnico in gamba, José Manuel De La Torre, che non solo ha vinto la Concacaf 2011 ma vanta anche 3 sole sconfitte in 35 gare (e 22 vittorie). Mancherà l'eroe di Wembley, purtroppo, Oribe Peralta Morones, che si è rotto il ginocchio, ma occhio ad Aldo De Nigris, un gol ogni 46 minuti nella Concacaf 2011. Domenica sera, al Maracanã, ci faranno vedere i sorci verdi (come la loro maglia).
L'Italia sembra spenta, ma stiamo a vedere. Più che altro mi pare che Cesare sia a metà del guado tra gli eroi del 2012 e gli innesti dei più giovani (alcuni dei quali si stanno ben portando in Israele): non siamo né carne né pesce, al momento. Il centrocampo ha un anno in più e ottoni opachi (Pirlo, ma soprattutto De Rossi), e ci manca il gioco sulle fasce: Chiellini è un mesto ronzino nella metà campo altrui, Abate è quello che è. Ma non sparo sul pianista, né adesso, né - Eupalla non voglia - dopo. Sarò sempre grato a Cesare per l'enorme lavoro che ha fatto e sta facendo [qui un epinicio più ispirato].
La vera favorita è la Spagna di Del Bosque (che è, lui, el Marqués, la vera garanzia): anche loro sembrano stanchi e a fine ciclo, ma non vedo altre rose di quella qualità, al momento. E l'anno prossimo arriveranno anche alcuni innesti dall'Under 21 che si avvia a vincere l'Europeo in Terrasanta (visti ieri sera polverizzare i virgulti olandesi con una prestazione impressionante). Dunque confido in una finale Spagna - Italia (per spirito patriottico, ma credo Mexico).
25 giugno 2011, Rose Bowl, Pasadena Quattro pere ai padroni di casa (che si erano illusi sul 2:0 dopo 23 minuti) e Concacaf al Tricolor |
Del Tahiti di Eddy "Etabeta" Etaeta, del Giappone di Zac e "Minchia Yuto" (come lo chiama il suo pard barese), dell'Uruguay degli incisivi di Suarez, e della Nigeria senza stelle (tutte infortunate a parte Obi Mikel) possiamo solo sperare che ci sorprendano. Buona visione, si comincia.
Azor