27 maggio 2013

La torre di Massimo

L'ultima coppa internazionale vinta dall'Inter
Dunque il soldato Strama non è stato salvato [vedi], ma sacrificato. L'Inter ha ufficializzato in Walter Mazzarri il nuovo tecnico. Si tratta di un buon allenatore, a livello italiano, ma molto lontano dai vertici internazionali. Non a caso De Laurentiis - che nun è fesso - lo ha prontamente sostituito con Rafa Benitez, che è invece un top manager. La nostra VQA parla chiaro [guarda]: tra il livello di Benitez - fascia A1 (allenatori che hanno vinto sia campionati sia coppe internazionali) - e Mazzarri - fascia E (allenatori che hanno vinto solo coppe nazionali) - ci sono almeno palmarés (a scendere) come quelli di un Diego Simeone, di un Roberto Mancini, di un Claudio Ranieri e anche di un Walter Zenga, per stare ai soli nomi nerazzurri.

Questo per dire che, al di là delle apparenze, la scelta di Massimo Moratti è una scelta al ribasso. In uno di quegli articoli che non sono richiamati in prima pagina (per evitare problemi con le società), Luigi Garlando descriveva sulla "Gazzetta" di domenica 26 maggio 2013 (p. 25) molti retroscena della stagione nerazzurra: voci e fatti che evidentemente i giornalisti conoscono, ma si guardano bene dallo scrivere se non a posteriori (per evitare guai con i diretti protagonisti). In breve: Cambiasso si sarebbe schierato contro Stramaccioni dalla 2a di campionato, quando fu tenuto fuori per i ritmi blandi; lo stesso Cuchu, che ha il medesimo stipendio di Sneijder, non viene "sacrificato", e se ne va l'olandese (in una pantomima stucchevole), togliendo altra qualità al gioco della squadra; i vecchi del gruppo avrebbero più volte richiesto di frenare i carichi in allenamento per tutelare i muscoli ormai logori dei senatori, mentre giocatori potenti come Guarin avrebbero avuto bisogno del contrario: da qui il crollo atletico e la filiera interminabile di guai muscolari; le vacanze di Natale infinite richieste (e ottenute) dai boss argentini; Cassano, che sa che Stramaccioni ha in mente una squadra giovane, aggressiva e dinamica, punta al rinnovo e si schiera, insieme col procuratore di entrambi (Bozzo), parlando ogni giorno di Mazzarri nello spogliatoio; finirà a cazzotti con Strama, come è noto; la solitudine di Stramaccioni nei dopo partita davanti alle TV (mai visti Fassone o Branca). E fin qui siamo, tutto sommato, all'ovvio. Se non lo sapevamo lo avevamo immaginato.

La voce peggiore è però un'altra. Stramaccioni avrebbe chiesto a Moratti più giovani e più qualità in squadra, uno staff fidato e dirigenti più presenti e solidi. Prima di Inter-Udinese erano uscite, infatti, sui giornali indicazioni in tal senso: l'idea di un 4-3-3 europeo, con tre soli acquisti di qualità: un terzino destro (al posto di Zanetti), un centrale di mezzo (al posto di Cambiasso) e un'attaccante veloce (al posto di Cassano). Il 2:5 è stata la risposta sul campo, un siluro inequivocabile, della vecchia guardia.

Asado mio
Come si cucina uno spogliatoio
Massimo Moratti ha fatto il gioco della torre e invece che fare piazza pulita (il decalogo di molti interisti, dalla curva [vedi] a chi scrive [vedi], è molto semplice: via Branca e Ausilio, via Cambiasso e Zanetti, con tanta gratitudine, ovviamente) ha scelto la soluzione più pavida. Giù Stramaccioni: "per preservarlo". Immediato striscione di solidarietà al tecnico dei tifosi alla Pinetina. E' tutto molto chiaro agli occhi dei tifosi. Che non sono dei pirla.

Le premesse per un altro biennio di avvitamento, fino a quando non scadranno i mega contratti a Chivu, Samuel, Zanetti, Cambiasso, Stankovic e Milito, ci sono tutte. Nel maggio 2010 i vecchi campioni batterono il Bayern al Bernabeu: in tre anni gli avversari hanno giocato due finali di Champions, alzato la coppa e vinto campionati; Moratti ha invece dilapidato un patrimonio. Per un motivo di fondo: l'Inter non è una società ma una corte rinascimentale. Ma questa è un'altra storia (e ci torneremo sopra).

Azor