25 febbraio 2014

Soporifero derby a Torino e allergie basche per il Barça

Cartoline di stagione: 30° turno 2013-14


Il derby della Mole prometteva più di quel che effettivamente ha regalato. Dicono gli esperti di cose granata che Ventura, in questa stagione, due sole volte ha messo in campo i suoi con assetto timoroso o prudente. Nel derby di andata e in quello di domenica sera. Doppio zero a uno, doppia razione di polemiche arbitrali - che francamente ci annoiano da quel dì.  Notazioni tecniche? Qualcuna. Conte sta forse progressivamente togliendo il pallino del gioco dai piedi di Pirlo. C'è un altro play-maker in squadra, ed è Carlitos Tevez; inoltre, gli esterni hanno ormai solo raramente gli spazi per andare senza palla in profondità, a raccogliere i lanci di quaranta metri sfornati con totale nonchalance da Sant'Andrea. Meglio, così li risparmia per quest'estate.  Si aggiunga che Llorente non è certo uno da servire sulla corsa, bensì sulla testa (da qualunque posizione) o sui piedi (anche spalle alla porta: la stazza gli consente una facile protezione della sfera, attendendo i movimenti di Tevez o le incursioni di Vidal e Pogba e - quando c'è - Marchisio). Questo basta a spiegare la relativa marginalizzazione del regista nel gioco bianconero: se gli avversari si schiacciano (come l'altra sera), i centrali di difesa avanzano e possono appoggiare direttamente sui due avanti. E a Tevez bastano due metri di spazio, un raddoppio saltato, un istante di deconcentrazione altrui per concludere e fare male. Il Toro non è riuscito a impedire quell'unica giocata, ed è andato sotto avendo prima comunque individuato ampie praterie alle spalle di Bonucci e Barzagli. Lasciato troppo solo in quelle circostanze (nessuno lo accompagnò negli assalti), Ciro Immobile - ottimo progetto di centravanti! - ha sprecato come doveva. Uno a zero quasi scontato dunque, soporifero, frutto di continuità juventina (a livelli medi) di rendimento, sicurezza, fortuna. Le bollicine romane divertono di più, certo; perciò per Garcia, comunque vada, questa stagione sarà in ogni caso un successo.

Reduce dai bagordi inglesi, il Barça conferma d'essere allergico alle trasferte basche. Vi è una certa rivalidad, nel nome comunque della comune antipatia per Madrid, e la Real Sociedad - in crescita dopo rovinosa campagna europea d'autunno - ha srotolato un repertorio indigesto per gli uomini del Tata. Tre a uno, vi aspettiamo tra un anno. E così, zitto zitto, quatto quatto - profittando della regolare battuta a vuoto dell'Atletico, capace di vincere (e fortunosamente) solo con il Milan nell'ultimo mese - Carletto è lassù, solitario in cima alla Liga, in novanta minuti proiettato tre lunghezze lontano dall'intera concorrenza. Non avevamo dubbi che, alla fine, il suo l'avrebbe fatto. Ha riportato la temperatura dell'ambiente e dello spogliatoio a livelli eco-sostenibili, e ora ha tutta la primavera davanti per mettere definitivamente a punto la macchina e il gioco.

Mans