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3 febbraio 2013, Stadio Olimpico, Roma
Martin Castrogiovanni porta la palla
là dove in genere Francesco Totti la scaglia |
Chi scrive ha pedatato come tutti, ma ha anche giocato con la palla ovale da giovane (sfiorando pure la nazionale, ohibò, nel ruolo oggi di Orquera). Per questo - a Eupalla compiacendo - non posso non celebrare con giubilo una giornata storica del gioco con la palla per i nostri colori. Più di un secolo e mezzo fa, come è noto, si giocava tutti insieme, con i piedi e con le mani. Poi venne la riunione della Taverna dei Framassoni nell'autunno del 1863 a dividerci e a dar vita non a una, ma a due epopee. Il calcio è il gioco più bello del mondo, ma il rugby, quando giocato come ieri, è forse anche più spettacolare. Confesso di avere gioito e sofferto nell'ultima mezzora come non mi succedeva da Italia-Inghilterra di
football dello scorso 24 giugno. È però la prima volta che vedo l'Italia del
rugby - sì certo, ormai dell'Ultrarugby (ahimè) - giocare veramente alla pari con una grande. Per chi come il sottoscritto ha condiviso l'ufficio per quasi ventanni con un franzoso (subendone gli irridenti sfottò nel 1998 e il malcelato rancore nel 2006), ogni vittoria sugli spocchiosi galletti è motivo di catarsi. I lettori amici mi perdoneranno la
touche.
Italia vs Francia 23:18