Quest'anno la rotazione è più limitata. Le attese sono concentrate su Van Gaal allo United, su Enrique al Barcellona e su Bielsa al Marsiglia. Si tratta di tre allenatori di grande sagacia tattica. Checché ne dicano i gazzettieri italici - nessun dei quali s'accorse del modulo vintage (WW) che Luis adottò alla Roma, finendo poi ripudiato come capita a quasi tutti, anche ai marziani, nella città eterna - anche lo spagnolo è talentuoso e ricco di idee, fautore di un gioco qualitativo. Le novità tattiche non potranno che venire da loro quest'anno.
Archetipi del 3-5-2 |
La primogenitura, come ha ricostruito Jonathan Wilson, va ascritta a Carlos Bilardo e alla sua Argentina campione del mondo nel 1986: 3-5-1-1, con un libero e Maradona dietro a Valdano. Anche Beckenbauer schierò una difesa a 3 in quel Mondiale ma con 4 mediani e Matthaeus dietro a 2 attaccanti: già nel 1990, però, lo schieramento si era consolidato in un 3-5-2. In Italia lo importò Nevio Scala al Parma, impostando la declinazione difensiva della difesa a 3, cioè quella dove gli esterni sono due terzini e tutti, in fase di non possesso, corrono all'indietro, posizionandosi a 5. Ciò significa giocare con un uomo in meno a centrocampo al punto da poter costringere uno dei due attaccanti a fare da raccordo (oltre a Maradona, l'esempio più recente è Hamsik dietro a Cavani, in assenza di Lavezzi, nel Napoli di Mazzarri, con Maggio e Zuniga esterni), o limitarsi a due punte davanti di cui una, per necessità, molto mobile (come Tevez nella Juventus o come Rossi nella Fiorentina ipotizzata da Montella con Gomez perno), perché il modulo non prevede attaccanti esterni ma solo la discesa dei terzini.
Altra cosa è invece giocare con una linea di soli 4 (o addirittura 3, con Bielsa e Sampaoli) centrocampisti, perché ciò costringere i tre difensori a salire in fase di non possesso, mancando le diagonali dei terzini esterni. A squadra posizionata sulla linea della propria area scala un esterno a 4 e l'assetto diventa un 4-4-2, scendendo dall'altra parte un attaccante esterno sulla mediana. Primo sperimentatore in Italia fu Alberto Zaccheroni con l'Udinese nel 1996-1997, con uno spettacolare tridente Poggi, Bierhoff e Amoroso.
Eroi del 3-4-3 |
Questo per dire che la difesa a 3 esprime una serie di varianti, compresa quella, magnifica, della Roma di Luis Enrique, con De Rossi che in fase di non possesso scendeva da vero metodista sulla linea di Kjaer e Heinze in fase di non possesso, mentre Taddei e Josè Angel erano costantemente alti sulla linea di Gago e Pjanic. Nelle prossime settimane vedremo se Enrique la riproporrà con Busquets a scendere tra Mascherano e Piquè. Secondo questa declinazione, estrema quanto bellissima da vedere, i due laterali dei tre difensori sono in pratica due centrali cui si aggiunge a pendolo il mediano, e si gioca a zona pura. Nella declinazione a 5 il centrale è uno solo e gioca da "libero", come, per esempio, sta cominciando a fare Vidic nell'Inter di Mazzarri.
Altra evoluzione tattica in corso sembra essere il ritorno della marcatura ad uomo a centrocampo, con uno due mediani centrali a seguire l'avversario più pericoloso: nella semifinale mondiale dell'Olanda con l'Argentina Messi fu seguito ovunque da Schneijder. Insomma, si annuncia una stagione potenzialmente interessantissima dal punto di vista tattico, quanto non lo è stata quella appena finita, Mondiale a parte.
Azor