Il golletto e la linguaccia tirati fuori da Del Piero l'altra sera allo Juventus Stadium (leggasi: "stédium",
oh yes ...) nella semifinale tutta corsa e agone contro il Milan, e anche il giro di campo con la maglietta di Seedorf e le successive abbottonate dichiarazioni ai microfoni sul suo futuro da luglio prossimo in poi, mi hanno fatto ripensare alle cosiddette bandiere.
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10 giugno 1961, Stadio comunale, Torino
L'addio al calcio di Giampiero Boniperti, a soli 33 anni,
al termine della ripetizione di Juventus-Inter, in cui debuttò il giovane Sandro Mazzola |
Mi sembra infatti che tali siano solo in campo, ma che poi, smessi i bulloni, solo pochissime riescano a rimanere tali anche per i colori sociali. A parte Del Piero, cui Agnelli ha applicato con largo anticipo il nuovo art. 18, penso a casi recenti come quello di Paolo Maldini, vergognosamente contestato dai tifosi prezzolati al giro di campo d'addio, e poi sempre blandito ma mai più riammesso a corte.
Il passato, poi, è pieno di bandiere ammainate dalle società: Rivera, Antognoni, Bergomi ... Talune anche traumaticamente come Mazzola. Tutto ciò è legittimo, perché non necessariamente un grande calciatore si rivela un buon dirigente. Ma è un dato che le bandiere restano tali solo nel cuore e nella memoria degli appassionati.
Azor