23 marzo 2012

Bandiere ammainate

Il golletto e la linguaccia tirati fuori da Del Piero l'altra sera allo Juventus Stadium (leggasi: "stédium", oh yes ...) nella semifinale tutta corsa e agone contro il Milan, e anche il giro di campo con la maglietta di Seedorf e le successive abbottonate dichiarazioni ai microfoni sul suo futuro da luglio prossimo in poi, mi hanno fatto ripensare alle cosiddette bandiere.

10 giugno 1961, Stadio comunale, Torino
L'addio al calcio di Giampiero Boniperti, a soli 33 anni,
al termine della ripetizione di Juventus-Inter, in cui debuttò il giovane Sandro Mazzola

Mi sembra infatti che tali siano solo in campo, ma che poi, smessi i bulloni, solo pochissime riescano a rimanere tali anche per i colori sociali. A parte Del Piero, cui Agnelli ha applicato con largo anticipo il nuovo art. 18, penso a casi recenti come quello di Paolo Maldini, vergognosamente contestato dai tifosi prezzolati al giro di campo d'addio, e poi sempre blandito ma mai più riammesso a corte.

Il passato, poi, è pieno di bandiere ammainate dalle società: Rivera, Antognoni, Bergomi ... Talune anche traumaticamente come Mazzola. Tutto ciò è legittimo, perché non necessariamente un grande calciatore si rivela un buon dirigente. Ma è un dato che le bandiere restano tali solo nel cuore e nella memoria degli appassionati.

Azor