30 marzo 2012

E se fosse l'ora del "Loco"?

La Champions ha messo in scena i suoi tre quarti scontati (inimmaginabile che Apoel, Marsiglia e lo stesso Benfina, che conferma la tradizionale difficoltà a segnare, ad alti livelli, del calcio portoghese [fatto salvo il Porto], ribaltino il risultato al ritorno) e un bel quarto sul patatao di San Siro: una bella partita del tenore di certe finali contratte, senza gol. A differenza di Mans non darei per scontato che martedì prossimo il Barça prevalga senza problemi, anzi ... Quest'anno il Milan ha dimostrato di essere l'unica squadra capace di "suonare" il proprio gioco contro la Philarmonica, senza stare ad ascoltare gli "incantantori di serprenti" come li chiama Mastro Arrigo: il 2-2 al Camp Nou in autunno indica che è possibile segnare anche lì; e se il Milan segna per il Barça sarà più difficile venirne a capo. L'impressione che i catalani abbiano scollinato l'apice del loro ciclo (acme 2011 con cinque tituli) comincia a farsi più concreta: mancano di smalto e ferocia e in difesa ne combinano di grosse (vista ieri una fase difensiva oscena con 8 giocatori schierati su un'unica linea dell'area di rigore come le pedine del Subbuteo ...).

Ma il protagonista della serata di ieri (Europa League) è senz'altro l'Athletic Club (in basco Athletic Kluba) che, dopo aver espugnato (3-2)  l'Old Trafford l'8 marzo scorso [vedi HL 4:43] ha concesso il bis, come si dice, alla Arena AufSchalke (4-2). Si noti il tabellino dei marcatori: Fernando Llorente, Óscar de Marcos e Iker Muniainm a Manchester; Fernando Llorente (2 pere), Óscar de Marcos e Iker Muniain a Gelsenkirchen. Il primo è una vecchia conoscenza del calcio europeo del primo decennio del secolo, il secondo uno sconosciuto a me, il terzo il ragazzo emergente [vedi qui i suoi numeri all'Old Trafford]. La banda basca, ormai aperta alle contaminazioni, è già qualificata per la finale della Copa del Rey, dove se la vedrà con i musicanti del Pep. Dunque è la squadra emergente, piena di giovani. La guida un'altra vecchia volpe del calcio questa volta intercontinentale, Marcelo Bielsa, che la VQA indica come allenatore di fascia A1 (oro olimpico 2004 e campionati argentini) con coefficiente 11,5. Dunque non un parvenu, nonostante sulla panca dei Pumas nel mondiale 2002 sfoggiasse un fisico che sembrava la controfigura di Jerry Calà [vedi].

E' inutile girarci intorno: "el Loco" piace da morire a Moratti, che come sappiamo già l'avrebbe voluto per il dopo Leonardo. Bravo è bravo, come confermano palmarès e risultati odierni; è un insegnante di calcio; è capace di valorizzare i giovani e inserirli in un tessuto più esperto. Invoco anch'io il buon Bugno: vedremo ...

Azor