9 marzo 2012

Allegri?

Mi guardo intorno e non mi pare che - nell'Europa tutta - ci siano grandi motivi per stare Allegri, non solo sotto le casacche rossonere. La Premier ha perso smalto (o, più semplicemente, ha svelato la lana grossa di cui è sempre stata fatta, aldilà dei prati a biliardo e dell'eretismo podistico) e le due squadre di Manchester sembrano ingaggiare un testa a testa al ribasso, con qualche sprazzo di buon gioco e poco più, mentre il Chelsea è sprofondato come la Beneamata nel ronziname della sua vecchia guardia e i Gunners fanno le montagne russe (svogliati a san Siro, assatanati agli Emirates nel primo tempo, ma poi smarriti davanti alla manona di Abate su Van Persie). In Spagna - un campionato ridicolo a due sole squadre con punteggi tennistici - l'appannamento del Barça (dopo 13 trofei su 16 ...) ha lasciato spazio al testosterone omofobo del Portoghese. In Portogallo, il Porto si è inabissato dopo le gesta dello scorso anno e, ciò nonostante, è sempre primo ... La Germania è sempre, imperturbabilmente, teutonicamente, noiosa (più volte ho provato a guardare qualche partita, ma mai sono riuscito a reggere fino in fondo). La Francia vive l'ebbrezza del ritorno ai fasti della Capitale grazie al petrodollaro, ma non escluderei che la vecchia provincia (che quest'anno si legge Montpellier) facesse la festa alla colonia italiana a maggio prossimo. Quanto a noi, se Milàn non ride, che dire di Inter, Roma, Fiorentina e dello stesso Napoli? E nemmeno la Juve sembra passarsela bene dopo le illusioni di febbraio ...

A buttarla sui massimi sistemi il luogo comune sembrerebbe che, essendo la Pedata lo specchio del mondo, la crisi europea si rifletta anche su manti erbosi. Più probabilmente viviamo la classica stagione di avvicinamento a Europei e Mondiali, nella quale tutti tirano un po' il freno e si risparmiano. O no?

Azor