1 febbraio 2015

L'ultima occasione sprecata

La Fiorentina spreca un'altra occasione. Forse l'ultima. E non mi riferisco al pareggio di Genova: visto l'andamento della partita e la giornata no di mezza squadra è un punto guadagnato. Mi riferisco all'incapacità patologica (o alla volontà, questo francamente non lo possiamo sapere) di questa società di fare un salto di qualità. Ho già scritto che il tecnico viola è bravo e mi auguro che resti a Firenze per molti anni ancora, ma oggi ha dimostrato come non si possa inventare uno sport che esiste da oltre un secolo. Certo Montella ha commesso degli errori (perché ostinarsi a giocare con una sola punta di ruolo? Perché Richards non gioca di più visto il fisico imponente e la condizione approssimativa di molti uomini chiave? Perché gioca Mati Fernandez in un centrocampo in cui nessuno recupera palla tranne il lentissimo Badelj? Perché insistere su Tomovic quando è chiaro che il ragazzo in serie A non ci può stare, così come Kurtic?). Di fatto, la maggior parte degli inciampi cui abbiamo assistito in stagione non può essere imputata al tecnico. La rosa è il frutto di un abborracciato susseguirsi di errori strategici, scommesse perse e tentativi di risparmiare qualche euro non rinnovando per tempo contratti che andavano rinnovati. Questo groviglio di strafalcioni è, a sua volta, il risultato di una stratificazione societaria in cui ci sono molti ruoli, come ho già avuto modo di dire, ma comanda solo uno e quello che comanda non è un uomo di calcio. D'altra parte se in oltre dodici anni questa società  non ha mai veramente lottato per lo scudetto una ragione ci sarà. La Fiorentina non è squadra da primo posto. Non lo è per motivi anzitutto numerici, quantitativi, ma le proprietà precedenti avevano almeno una volta duellato per il titolo: Pontello nel 1981/82 e Cecchi Gori nel 1998/99. I Della Valle non hanno mai portato la Fiorentina oltre il terzo posto e considerando la modestia del campionato italiano degli ultimi cinque anni è un'impresa per la quale occorreva impegnarsi parecchio. Ma non è questo che infastidisce di più. È la comunicazione con la città che non mi piace e i molti dubbi che restano dietro a operazioni-lampo che non hanno senso se non equiparando la Fiorentina all'Udinese o all'Atalanta.

Juan Guillermo Cuadrado Bello, con la vecchia maglia
Domenica scorsa, poco prima della gara contro la Roma, Guerini si è presentato in diretta Sky e a domanda diretta ha risposto che nella remota eventualità che Cuadrado avesse lasciato Firenze la società si sarebbe fatta trovare pronta per sostituirlo. Bene. Cuadrado è stato ceduto, e lo stesso Guerini torna sullo stesso palcoscenico per dire che in due giorni non si può sostituire Cuadrado. Pradè conferma le dichiarazioni del collega.  E quei trenta e oltre milioni incassati dove vanno a finire? Forse per pagare Badelj, Kurtic e Ilicic? O forse verranno investiti a giugno prossimo? Premesso che il ricavo è al netto di quanto la Fiorentina ha pagato la restante metà del giocatore all'Udinese solo pochi mesi fa e che quindi non sono i 33 o 37 milioni di cui si parla. La cifra guadagnata non compensa in ogni caso la perdita tecnica. E diciamo che quanto incassato verrà investito nel prossimo mercato estivo (anche se sono certo che domani qualcosa arriverà a coprire la fascia). Ma ora la Fiorentina è in corsa su tre fronti. In campionato, nonostante i troppi passi falsi, la Viola è a 7 punti dal terzo posto. Sono tanti, ma non tantissimi tenendo conto che anche il Napoli non è esente da scivoloni improvvisi e le milanesi paiono fuori dai giochi. C'è la Coppetta Italietta in settimana e c'è il Tottenham in coppa UEFA. Valeva davvero la pena vendere uno dei giocatori migliori adesso?
Certo nessuna società italiana può trattenere un fuoriclasse contro la sua volontà e di fronte a offerte come quella presentata da Mourinho ai Viola. Ma cedere Cuadrado a gennaio rischia di bruciare una stagione, l'ennesima, mentre tutto è ancora in ballo.

Cibali