La delusione di Leo Messi |
Per la prima volta a questi livelli il Real sembra avere una configurazione precisa, un'armonia fra i reparti, un disegno di gioco non velleitario. Mou è riuscito ad ottenere dai solisti dell'attacco dedizione e fiato per rincorse e raddoppi, specie su Xavi, spesso contrato da dietro, in recupero. La zona di campo dove normalmente il Barça trasforma il calcio in calcetto, irretendo gli avversari fino alla confusione e allo smarrimento di ogni distanza e posizione, è stata per tutto il primo tempo autorevolmente presidiata dai blancos, che oltretutto (e anche questa è una novità) hanno mostrato di non soffrire psicologicamente i rivali e lo stadio.
Per la prima volta, ancora, il Barça è parso soffrire un gap fisico (centimetri e tonnellaggio) finora relegato e relegabile a mero e inutile dato statistico. Una partita di straordinaria intensità, decisa da CR, finalmente all'altezza della sua fama, per quanto spesso irritante. Inutile, nel secondo tempo, la progressiva presa di possesso del gioco dei blaugrana, andati a rete nell'unica furente verticalizzazione Messi-Iniesta, portata a compimento da Sanchez dopo i vani assalti di Tello e Thiago. Proprio quando sembrava potessero come sempre negli ultimi anni beccheggiare come avvoltoi su avversari stremati e annichiliti dalla delusione, si sono lasciati uccellare da un'azione di contropiede concretamente portata (dopo tante sprecate), lasciando l'impressione che - insieme all'appannamento generale del gioco - il loro handicap attuale sia costituito dall'assenza di almeno un altro vero (e forte) giocatore di ruolo in difesa. E di un puntero che supplisca alle pause realizzative della Pulce; la mancanza di Villa, contro il Chelsea e contro il Real, è sembrata non solo importante: decisiva.
Mans
21 aprile 2004, Camp Nou, Barcelona
FC Barcelona - Real Madrid CF 1:2
Tabellino | HL [3:19] | FM 1t - 2t | Analisi tattica