Cartões Postais do Brasil
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Occhi assonnati di uomini in maglia rossa osservano la girata del Pipita |
"Pipita sveglia, sveglia sveglia Pipita! Presto, quelli dormono ancora. Arrivano sempre in ritardo, bisogna approfittarne, Pipita!": così Alejandro Sabella a Gonzalo Higuaìn verso le 13 (ora di Brasilia) del 5 luglio 2014. Kompany è notoriamente un nottambulo. E infatti improvvisamente si alza (ore 13:07 circa) e, occhi chiusi palla al piede, si avventa fuori dalla camera da letto. Chissà cosa stava sognando. "Eccolo!", occhiata d'intesa tra l'Uomo Mascherano, la Pulce e Di Maria. Non aspettavano altro; il primo gli scippa il pallone e lo passa al secondo che lo passa al terzo che lo passa (male) al Pipita, che però è fortunato perché nel frattempo, destato da quel fastidioso frastuono, Vertonghen cerca di riappropriarsi della sfera ma riesce solo a deviarla, guarda caso proprio sui piedi del Pipita che è rapidissimo a individuare la combinazione giusta per spalancare la cassaforte dei belgi. Curtois, il portinaio, deve ancora fare colazione. Wilmots è inferocito coi suoi. Nessuno si è ancora neppure lavato i denti. "Come al solito, arriveremo con un'ora e un quarto, un'ora e mezza di ritardo, come al solito. Maledizione!" In effetti, arrivano. Tutti, anche Lukaku. Tutti, anche Hazard, che era meglio rimanesse in albergo. "Torna pure a dormire, pelandra!", gli grida Wilmots a un quarto d'ora dalla partenza del treno per le semifinali. Sul tabellone c'è scritto "argentina uno belgio zero" ed ecco, il treno è partito, pieno di
gauchos e di preoccupazioni per i muscoli di Angel Di Maria.
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Lo sguardo incredulo di Robben
e quello impaurito di Míchael Umaña: rosso in arrivo?
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Luigi van Gaal e Giorgio Luigi Pinto hanno organizzato bene la loro scacchiera, e si può solo dire che era prevedibile ogni schema - di attacco e di difesa. Campbell abbandonato nel deserto della metà campo olandese come fosse il centravanti del Chelsea; le rabbiose percussioni di Robben, ripetutamente falciato; le parate spettacolari e fortunate di Keylor Navas; pali e traverse e 'porta stragata' come si suol dire. E' l'atteso assedio, ma c'è sempre una mossa disponibile a Pinto per evitare lo scacco matto. Si devono battere i calci di rigore ed entra l'eroe del giorno, Tim Krul. Lungo come la fame e largo quasi come la porta, è uno specialista. C'è chi si porta il cuoco di fiducia, chi nasconde in valigia il fisioterapista e chi la fidanzata, van Gaal ha ben nascosto, nella rosa dei ventitré, il pararigori. Krul Ha dato spettacolo. I costaricani provavano a traccheggiare e perdere tempo anche in questa situazione, ma obiettivamente non meritavano di andare più lontano di così. A San José riceveranno l'accoglienza che meritano.
"Bravo Pipita, finalmente ti sei sbloccato". In effetti: centravanti stitici, nervosi, criticati, soli sotto il solleone. Fortunatamente infortunati, come Aguero; terribilmente improbabili, come Fred. Non è la loro Coppa. Povero Campbell - come si diceva -, povero Van Persie, ieri sperduto nella folla dell'area di rigore costaricana e sempre caduto nelle trappole del fuorigioco seminate dappertutto da Pinto. Origi e Lukako, un gol a testa in cinque partite. Peralta. Diego Costa. Mitroglu. Drogba. Dzeko. Immobile. Cavani. Rooney - se è da considerare ancora un 'centravanti'. Tutte comparse di cui nessuno s'è accorto. Piccoli camei per Klose (
part-time efficace,
full-time inservibile). Mandzukic. Gyan. Balotelli. Suarez. Jackson Martinez. Meglio di tutti Benzema, che però i tedeschi hanno poi deciso di escludere dalla sceneggiatura. In effetti: tra un po', nessuno vorrà più giocare da numero nove. Il ragazzino che si presenterà al centro sportivo, al campo dove s'allenano i suoi amichetti, quando si sentirà chiedere dall'allenatore "in che ruolo giochi?", risponderà "giostro da falso nueve, ma anche da trequartista indifferentemente di destra o di sinistra o centrale dietro un'unica purché statica, stitica e in fin dei conti inutile punta". E prima ancora, quando nei campetti senz'erba o sulle strade a fondo chiuso si organizzeranno le partitelle nei pomeriggi d'estate, il più scarso non verrà lasciato a fingere di difendere due pali messi insieme con gli stracci, ma a fare il centravanti. E il suo destino sarà il medesimo di chi una volta se ne stava fermo davanti a quella rete immaginaria. Lunghi pomeriggi da trascorrere senza mai toccare un pallone.
Mans