23 marzo 2015

Lo stupore dell'immediato

Cartoline di stagione: 29° turno 2014-15

Per uno streaming alternativo
Queste, si ricorderà, sono le squadre non italiane che giovedì scorso hanno giocato la partita di ritorno degli ottavi di Europa League: l'Everton, che è sceso in campo per il suo match di Premier League ieri (domenica) alle 17; l'Ajax, che è sceso in campo per il suo match di Eredivisie ieri alle 16.45; Villareal e Siviglia, che si sono di nuovo affrontate ieri, in Liga, dando il calcio d'inizio alle 17; il Wolsfburg, che è sceso in campo per il suo match di Bundesliga ieri alle 15.30; il Besiktas, che è sceso in campo per il suo match di Super Lig ieri alle 19; il Club Brugge, che è sceso in campo per il suo match (di Coppa del Belgio) ieri alle 19; lo Zenit e la Dinamo Mosca, che hanno incrociato i bulloni per il loro match di Premier League ieri alle 11.30 (ora italiana); lo Dnipro e la Dinamo Kiev hanno invece riposato, come tutte le squadre del campionato ucraino, che torneranno in campo dopo la sosta. Le italiane, invece (Fiorentina e Roma, Napoli e Torino e Inter), hanno rimesso piede su un campo di calcio ieri sera alle 20.45. Dunque appena quindici minuti prima di Barça-Real Madrid. La lungimiranza della Lega, che stabilisce gli orari, è davvero immisurabile; nel senso che non esistono strumenti di precisione in grado di quantificare la stupidità. Ieri sera, all'ora del Clásico, in Europa si giocava a pallone solo in Italia (su ben sei campi), a Lens (Lens-Marsiglia, Ligue 1), e in Islanda per una partita della loro Coppa di Lega. Fate vobis

Ora i club si svuotano di pedatori: le patrie d'Europa e non solo li hanno chiamati a difendere onore e bandiere. I campionati si concedono un breve letargo, a tutti quelli considerati importanti manca una manciata di partite (otto-dieci, a seconda) per abbassare il sipario, è il momento buono per fare il punto. Cominciamo da noi. Una Serie A senza storia, per il primo posto. Uno scudetto che la Juve si appresta a conquistare inerzialmente. Alle sue spalle, una mezza dozzina di compagini discontinue, tutte coi loro talloni d'Achille, capaci di cantare a squarciagola per qualche domenica e poi di precipitare in fasi di puro autismo calcistico. Rimane, relativamente godibile ma solo per l'incertezza, una corsa alle posizioni che danno accesso all'Europa. Al momento, l'XI più à la page sembrerebbe la Lazio, che pure può nutrire grandi rimpianti per i punti buttati tra agosto e settembre e anche nel derby; quello più lunatico è il Napoli, stretto tra ambizioni di grandezza e nervosismi fisiologici. Depressa e/o arrabbiata la Roma, cui nulla più riesce con la naturalezza di un anno fa; balla con leggerezza e incoscienza in tutte le discoteche rimaste aperte la Viola. Sorprendente la Samp. Disgustose le milanesi.

Eto'o e Ferrero dopo la vittoria della Samp sull'Inter.
Dal labiale: "Cosa ti avevo detto? Quando giocavo con la loro maglia,
questi venivano a San Siro per vendere la coca-cola agli spettatori del terzo anello"

Anche in Germania il titolo non è contendibile, e il Pep può concedere ai suoi qualche inattesa sbandata, come quella interna di ieri contro il 'Gladbach (che a Monaco non passava di frequente nemmeno quand'era fortissimo, nei 1970s). Le prime quattro piazze sembrano già assegnate, resta da vedere se il Dortmund riuscirà a non scomparire dalla mappa europea nella stagione 2015-16. 

In Inghilterra, invece, la corsa è meno finita di quanto non dica la classifica. Il Chelsea soffre a ogni partita, sgraffigna punti a destra e a manca, ha in Hazard un asso consacrato, e nel deretano di Mou un integratore sicuro. Ieri, a esempio, Diego esce per infortunio, entra Loïc Remy che al primo pallone capitato dalle sue parti segna (con enorme complicità del portiere avversario) il gol del 3-2. Prima, era stata informe sofferenza, nonostante il due a zero fissato nei primi minuti dal belga e dal Costa. Occhio dunque, tutto potrebbe ancora succedere. Continuo a puntare un penny sui Citizens. Lo United - che ieri ha messo sotto con relativa facilità, ad Anfield, il solito Liverpool sconclusionato, arruffone, nervoso, perforabile di quest'annata così così - potrebbe rientrare nell'élite d'Europa passando dalla porta principale; l'Arsenal somma vittoria su vittoria ora che tutto l'arrosto gli è andato in fumo (more solito); ecco, queste saranno salvo imprevisti le prime quattro della Premier.

L'XI più forte di Francia è senza alcun dubbio il PSG. Ma è anche distratto dalla coppa, e ha vari giocatori che ogni tanto lasciano filtrare voci. Non è un ambiente idilliaco. Blanc è stato a lungo sulla graticola. Penso che, alla fine, riuscirà a prevalere, per la fragilità delle concorrenti (OM e OL).

La micidiale stoccata
Ultima, ma prima in ordine di qualità e di importanza, la Liga. La Liga è spesso un affare tra Real e Barça, e dopo la parentesi colchonera di un anno fa l'andazzo sembra tornato quello di sempre. Del resto, tutte giocano anche sul risiko della Champions, e c'è sempre l'opportunità di una rivincita. E' davvero una sfida infinita, difficile da raccontare. Tra due XI formidabili. Dai tempi della pay-tv, e anche prima (ci pensava Telemontecarlo), abbiamo visto decine e decine di clàsicos. Non se ne ricorda uno scontato, noioso, privo di senso. E naturalmente quello di ieri sera non ha costituito eccezione. Hanno prevalso i catalani, ma senza dominare - anzi. Sono passati in vantaggio perché la balistica di Messi è sovrumana, e se la traiettoria è perfetta al testone di Jérémy Mathieu basta intercettare la sfera per spedirla al capolinea. Sono stati raggiunti, anzi sventrati da un'incursione di Cristiano liberato da Benzema con una giocata degna di essere vista e rivista. Hanno risolto nel modo per loro più anomalo: un lancio di quaranta metri per un centravanti vero. Il centravanti vero è Luis Suarez. Luis Suarez ha fatto vedere come si controlla in corsa, di controbalzo, un pallone che arriva da molto lontano, in quella frazione di tempo che basta per preparare l'atto successivo, cioè la stoccata. Micidiale. Come avrebbe detto Carmelo Bene, eravamo lì inchiodati, "nell'attesa che accada lo stupore dell'immediato". L'attesa non è stata vana.

Mans