Oje vita mia
Perdendo 2 a 0 domenica sera con
l'Hellas Verona il Napoli ha subito la terza sconfitta nelle
ultime cinque partite (in cui ha raccolto solo 4 punti sui 15 a
disposizione). Le tre sconfitte sono arrivate tutte fuori casa (con
Palermo, Torino e Verona), mentre in casa si sono viste una vittoria col Sassuolo e un pareggio con l'Inter; questo cammino incerto ha
rallentato la corsa degli azzurri che fino a poco fa erano proiettati
verso il secondo posto, facendoli addirittura indietreggiare al
quarto a favore della Lazio la quale ha lentamente ma costantemente eroso
il divario che la separava da Roma e Napoli, così come hanno fatto anche la Fiorentina e la Sampdoria. A undici giornate dalla fine la lotta per i due posti che
garantiscono l'accesso alla Champions League si riapre
inaspettatamente a nuove contendenti, principalmente per demerito dei
giallorossi e degli azzurri: la Roma ha inanellato una sequenza impressionante di pareggi mentre gli uomini di Benítez,
dopo una serie notevole di risultati utili, sembrano ripiombati nella
crisi di risultati di inizio anno.
Se contro l'Inter i partenopei hanno giocato 70' di
buon calcio facendosi poi rimontare 2 goal nel finale, contro il
Verona il Napoli è stato irriconoscibile sin dal primo minuto. Il
professore spagnolo attua un sostanzioso ricambio dell'XI in campo,
con Mesto terzino destro, Inler (ritornato in forma mentale e fisica
ai suoi massimi livelli) accanto a Lopez, in panca Higuain, Callejón e lo spumeggiante
Gabbiadini per schierare De Guzman alto a destra, Mertens a sinistra
e Zapata al centro. Il Napoli non
riesce a imporre il proprio gioco e incassa due reti, una per tempo,
dal solito Toni.
Sì, Rafa, hai visto bene: Toni si è girato in area in mezzo a 5 dei tuoi e con l'anca ha fatto capitombolare Mesto su Andujar per tirare a porta vuota... |
Nel complesso ci sono stati segnali positivi solo, come già anticipato, da Inler e pure dal piccolo belga; il resto della squadra è
apparso molle, distratto e sempre in ritardo, cumulando numerose imprecisioni
anche per passaggi apparentemente semplici, come nel caso del secondo
goal, dove il contropiede veronese è innescato da un'incertezza di
Lopez.
Un Benítez
evidentemente intossicato dalla prestazione dei suoi (ma forse
anche dai continui cori ingiuriosi sul suo aspetto fisico da parte
del pubblico di casa) decide di mandare in campo il terzetto fino ad
allora lasciato in panchina: Callejón per De
Guzman è il primo cambio naturale, rigorosamente effettuato intorno
al 60'. Il secondo cambio, pochi minuti dopo, dichiara la necessità
di recuperare il doppio svantaggio: Higuain entra per Mesto e
l'assetto della squadra cambia, con l'esterno spagnolo arretrato a
sacrificarsi come terzino e l'argentino a navigare, come si usa dire,
tra le linee avversarie, con Hamšík spostato sulla fascia destra.
L'ultimo cambio è all'82' e vede Gabbiadini entrare per Hamšík (e
ancora una volta il capitano deve cedere la fascia a partita in
corso...): il giovane attaccante pare essere in uno stato di grazia
sebbene Benítez
lo usi col contagocce: impressionante il suo tiro da 40 mentri,
praticamente da fermo, potentissimo e preciso tanto quanto
inefficace.
Il risultato non
cambia e si ha la conferma che il percorso di questo Napoli abbia ripreso l'andamento sinuoso fatto di picchi altissimi e di altrettanti profondi
inabissamenti. Molti, in città, suppongono che il mister
spagnolo, da asso di coppe quale è, stia puntando all'Europa League
più che al secondo (o terzo) posto in Campionato, che garantirebbe
l'accesso diretto alla Champions League il prossimo anno. Molti
sono convinti che andrà via a fine stagione (al Real Madrid, che si
appresta a esonerare Ancelotti per decisione della curva?). La
verità, per ora, la conoscono solo Benítez
e De Laurentiis e a noi fideles napoletani non resta che sperare.
Pope