12 marzo 2015

L'Europa perduta di José

Fettine di coppa: ottavi di CL 2014-15 (ritorno - primo mercoledì)

Mai, nell'infinita storia del football, un club parigino era stato capace di una così memorabile impresa. In terra albionica, oltretutto. Ai supplementari, per di più. E in inferiorità numerica: rien ne va plus. Titoloni trionfali sui quotidiani francesi, e soddisfatte occhiate al sarcasmo con cui la stampa britannica saluta la disfatta del Chelsea (vedi sotto).

Chi ha visto la partita - anzi le due partite, prima al Parc e poi a Stamford - difficilmente dimenticherà l'esibizione di non-calcio, di anticalcio totale proposta dai Blues. Duecentodieci minuti di spettacolo orrendo, nonostante qualche sprazzo solipsistico di Hazard. Ci si domanda: com'è possibile che uno degli allenatori più celebrati dell'era contemporanea reiteri di anno in anno il proprio cliché, ingaggiando stelle su stelle per mettere in scena un football sempre più indecente, speculativo, aggressivo, antispettacolare, e in fin dei conti regressivo? Non si capisce. Davvero non si capisce come uno dei top-club europei, al vertice nel continente da un decennio e oltre, possa tollerare questa strategia. In questo senso, il match di ieri sera segna probabilmente una discontinuità: il non-calcio di José Mourinho è, ormai e a questi livelli, perdente. Anche la fortuna - il rosso spropositato per Ibra, la svirgolata da ronzino di Costa che si tramuta in assist per Cahill - non sempre ha voglia di fare proprie le cause perse.

La 'rassegna stampa' di L'Équipe.fr

Nel post-partita, Arrigo Sacchi ridacchiava, mentre scorrevano le immagini di nove giocatori del Chelsea con espressioni stravolte  addosso all'arbitro per chiedere l'espulsione di Ibra. "Non è certo casuale", diceva Arrigo, facendo capire che i comportamenti degli uomini, in simili circostanze, non sono casuali, ma frutto di didattica specifica. Sono comportamenti che, negli anni di Mou all'Inter e al Real Madrid, abbiamo visto decine di volte. Ci siamo abituati. La didattica di Mourinho è questa. E per questo salutiamo con soddisfazione la sua uscita agli ottavi di finale: un'eliminazione sulla quale nemmeno lui ha potuto recriminare. Senza il Chelsea, questo è sicuro, vedremo partite migliori. In fondo, quella di Stamford ci ha tenuti incollati al monitor per solo ed esclusivo merito del PSG.

Mans