10 marzo 2015

Una sconfitta salutare

In ripa Arni

La brutta sconfitta di ieri sera non deve essere un dramma. È maturata male, quasi senza che i viola opponessero resistenza alla straripante forma fisica e all'organizzazione dei laziali, ma forse era inevitabile pagare dazio contro un avversario forte, che non ha altri impegni oltre al campionato e ha potuto preparare al meglio la gara e forse era inevitabile perdere dopo un filotto trionfale e un mese in cui i ragazzi di Montella non hanno praticamente potuto mai rifiatare. Commentando la bella vittoria di Torino contro la Juventus auspicavo che la piazza si stringesse attorno alla squadra soprattutto nei momenti di difficoltà. Questo non lo è ancora, ma può diventarlo. A maggior ragione sarà opportuno stare tranquilli e sostenere questi ragazzi per quanto hanno fatto fin qui e, soprattutto, per quanto devono ancora fare visto che la Fiorentina è in corsa in tutte le competizioni avviate a inizio stagione.
Detto questo un'analisi della sconfitta di ieri mi pare doverosa e credo debba partire dall'allenatore, responsabile del gruppo e quindi del suo rendimento. Ieri Montella ha commesso due errori per come la vediamo in ripa Arni. Il primo è aver opposto ai migliori predatori biancocelesti i peggiori viola disponibili. La Lazio schierava sulle fasce Candreva e Felipe Anderson, i suoi giocatori più in forma, insieme a Mauri.
Vincenzino Montella. Secondo Cibali uno dei più bravi e
coraggiosi allenatori al mondo. Sicuramente il più moderno  d'Italia
(sempre secondo Cibali, naturalmente).

Montella gli ha opposto uno che non sa difendere (Pasqual) e uno che non sa fare il terzino, né quando deve attaccare né quando deve difendere (Tomovic). Primo suicidio tattico. Il secondo errore è stato il turn over. Ora, si capisce che quando giochi così spesso devi per forza alternare gli uomini, ma ieri sera la rosa viola sembrava l'organigramma dei vigili urbani di Roma la notte di san Silvestro. Lo diciamo da sempre e non ci stancheremo mai di dirlo: Kurtic non è un calciatore. Non può giocare in una squadra che ha ambizioni di alta classifica e secondo chi scrive semplicemente non può giocare a calcio (poteva giocare Borja Valero? E Aquilani?). Ilicic non può fare il falso nove, perché il falso nove è la più grande bufala mai inventata sul calcio. Nessuno ha mai giocato senza centravanti e chi crede l'abbia fatto il Barcelona dovrebbe darsi al badminton. Il Barcelona di Guardiola giocava senza una torre, senza un gigante in area di rigore, ma tutti, da Messi (deo gratias) a Iniesta, da Pedrito a Xavi, sapevano entrare centralmente o fare la diagonale sul primo o sul secondo palo a seconda dello sviluppo dell'azione. In altre parole, giocare senza un nove classico non ha mai significato giocare senza un attaccante che sappia muoversi come tale. Ieri la Fiorentina ci ha provato, perché nessuno di quelli in campo sa muoversi da primo attaccante. Salah è un trequartista atipico, Ilicic non si sa cosa sia, ma non è un attaccante puro così come non lo è Diamanti (che forse ci aveva illuso nelle prime partite in maglia viola). Se giochi con la difesa a 4, che - non ci stancheremo mai di ripetere -, è un azzardo eccessivo vista la rosa a disposizione, perché non metti Richards a destra e Vargas a sinistra? Infine, perché Pizarro e Gilardino non hanno iniziato la partita? Era forse meglio che rifiatassero dopo e non all'inizio, dando alla Lazio tutto il tempo per strapazzarci. Ma queste sono considerazioni comode e fatte col senno di poi. Quindi guardiamo avanti.

Giovedì si riscende in campo e stavolta per l'Europa League. Ci sarà la Roma da affrontare, un'altra nobile in difficoltà. La Viola arriva anche a questo impegno cruciale senza l'ombra di una punta di ruolo. Che si inventerà stavolta Montella? L'importante è che lo stadio sia pieno. Perché la Fiorentina può eliminare la Roma, ma stavolta servirà davvero il dodicesimo uomo, servirà il Franchi delle grandi occasioni e servirà l'anima della Firenze calcistica.

Cibali