21 giugno 2012

La palla di cristallo

Portogallo, Germania, Spagna e Italia. E facciamola finita qui, verrebbe da dire. Ma ci saranno sicuramente una o più sorprese: magari Francia o Inghilterra per caratura, oppure Cechia per distrazione, chissà Grecia per miracolo. Comunque, semifinali l'una regni iberici, l'altra sacro romano impero. Banalissimo, lo so. Ma conto di sbagliare qualche pronostico.

Area PIGS - in ordine di contagio: Grecia, Portogallo, [Irlanda unica ko], Spagna, Italia e Francia - contro area Marco - Germania - ed euro scettici - Inghilterra e Cechia. Qualcosa vorrà pur dire. La vulgata interpreta in termini di finanza allegra, anche calcistica, ma è una tesi che non regge perché a fare debiti sono ormai soprattutto sceicchi, emiri e petrorussi. Sì, certo, come cittadino europeo, essere chiamato a coprire il salvataggio delle banche spagnole che hanno prestato i dané per pagare gli emolumenti di Lara Croft suscita pruriti diffusi. Ma la prevalenza dell'area PIGS affonda soprattutto nella tradizione calcistica dei  grandi paesi latini e mediterranei: se stiamo al palmarès continentale contabilizziamo 5 titoli (2 Spagna, 1 Grecia, Francia e Italia) contro i 2 della Germania e l'1 della Cechia/slovacchia. Zero fisso per l'Inghilterra, ovviamente (che non ha nemmeno mai raggiunto la finale, a differenza dei portoghesi). Gira e rigira, siamo sempre a tutti contro il Kaiserreich.

23 giugno 1996, Villa Park, Birmingham
Karel Poborský, che ha preso il tempo ai due ronzini centrali
Oceano (sic, senza parentela) e il "capellone" Fernando Couto,
ha appena alzato la palla che finirà alle spalle di Vitor Baía
Stasera andrà in scena il quarto di minor fascino, antipasto light. Tiferò Cechia per vedere almeno una squadra dell'est arrivare in fondo. La storia dice che i boemi sono per la terza volta ai quarti nelle ultime cinque edizioni, anche se poi è mancato loro l'acuto, pur anco ai tempi di Nedved e compagnia. In questo torneo hanno messo in mostra un bel pedatore (direi una valida, al momento, suscettibile di crescere), Petr Jiráček, bel cavallone di lungo passo e fiato infinito, capace di concludere a rete anche con preziosismi tecnici (curiosamente pascola anche lui in Niedersachsen come Mario "Manzo" Mandžukić, nello stesso club, il Wolfsburg guidato da quel volpone di Felix Magath).

Ai quarti del 1996 fu un memorabile pallonetto di Karel Poborský [vedi] ad uccellare le illusioni della generazione di Vitor Baía, Fernando Couto, Rui Costa, Paulo Sousa e Luís Figo. Sia quella Cechia sia quel Portogallo erano squadre di maggiore caratura, ma entrambe quelle attuali appaiono crescere partita dopo partita. Slavi senza stelle e senza bomber si affidano al collettivo e confidano che Cech la smetta di rincorrere le papere. Lusitani con la stella (anzi, lo Stallone metrosexual) ma con una fase difensiva incerta (hanno preso gol sempre). Ci possono stare anche i supplementari, e magari vedere Ronaldo sistemare la palla sul dischetto per il penalty decisivo ...

Azor