E questo che c'entra con ieri? C'entra eccome. Mario Balotelli, dopo aver schiantato la corazzata crucca, ha zittito tutti i moralisti, ignorantissimi di calcio, che ne hanno scritto peste e corna per mesi e mesi, senza mai concentrarsi sull'unica cosa che conta davvero: il suo talento. Ieri, dopo la gara, si è presentato davanti alle telecamere RAI ed è apparso per quello che è: un ragazzo timido, imbarazzato di fronte alle sollecitazioni dei giornalisti, sinceramente commosso quando ha risposto alle domande dei cittadini emiliani colpiti dal terremoto e profondamente umano quando ha parlato della mamma Silvia, presente ieri allo stadio. Di Balotelli, negli ultimi mesi, si è parlato solo per quello che non ci riguarda affatto ovvero che tipo di persona è. E chissenefrega! A me personalmente niente. Ieri ha mostrato a tutti quello che gli amanti del pallone sapevano già: è un fenomeno. Un calciatore potente, scaltro, di una straordinaria intelligenza tattica (rivedersi il movimento sul primo gol, please), che usa le sue armi con eccezionale maestria. Evviva Mario! L'importante è non snaturarlo. Non è un'educanda e non lo sarà mai (per fortuna). Grazie anche oggi a Cesare per averci restituito questa meravigliosa realtà: un gruppo unito, che ci crede perché, come ho scritto all'inizio del torneo, il calcio è un gioco e chi pensa sia un'altra cosa è destinato a soccombere (vero Sblatter?). "Giocare a calcio", non "praticare il calcio" e non "fare calcio". Il lavoro è lavoro e talvolta, anche se il tuo ti piace, può annoiarti. Ma non può essere la regola, altrimenti lo fai male ed è un problema serio. Mario lo sa, lo sapeva in anticipo, prima dei soloni che ne narravano solo le gesta notturne (invidia eh?) e ieri ce lo ha sbattuto in faccia. Lo ha sbattuto in faccia soprattutto ai tedeschi (ormai gli è rimasta solo la psicanalisi). L'atto IV è finito come doveva finire, con una lezione di calcio come raramente si è visto in competizioni di questo livello. La Germania non ha giocato male e per alcuni tratti della gara ci ha messi in difficoltà, ma era la semifinale degli europei e c'era da aspettarselo. Complimenti ai kartoffeln, ma in finale ci andiamo noi!
E ora sotto con i toreador: sarà partita durissima, ma possiamo batterli. Rivivo Spagna 82, una nazionale commovente, esaltante, specchio di un paese che, nella sua parte migliore, non vuole scendere a compromessi con la sua dignità.
28 giugno 2012, Stadion Narodowy, Warszawa Finalmente! Mario esulta dopo aver bucato Neuer per la prima volta |
Cibali