Le favorite sembrano essere sostanzialmente tre. La Spagna lo è di diritto, come detentrice e campione del mondo in carica. Se all'hidalgo Vicente del Bosque González, I marqués de Del Bosque (come da Real Decreto del 2011), riuscisse l'impresa raggiungerebbe nell'empireo dei selezionatori Helmut Schön, l'unico capace di vincere sia gli Europei (1972) sia i Mondiali (1974). Ma giocano contro vari fattori: numeri e cabala innanzitutto, che rendono davvero arduo ipotizzare un triplete 2008-2010-2012; l'appannamento fisico dei volantes iberici (a cominciare dagli sfiatati Xavi e Iniesta); la prevedibilità tattica del tiqui-taca, che ormai tutte le avversarie conoscono (non a caso Cesare nostro sembra orientato a opporgli ben sei centrocampisti, con De Rossi center-fullback e una linea da 5 a fare densità); alcune assenze pesanti a cominciare da quella dell'unico vero delantero David Villa; etc.
La Germania è invece favorita d'obbligo per tradizione e condizione. La storia la vuole sempre presente fino in fondo, tranne rare cadute di tono. La cabala dice anche che sono ormai 16 anni che non vince un trofeo. Spagna, Italia, Francia e persino la Grecia hanno fatto meglio di recente (insieme al Brasile). Dunque gli stimoli sono altissimi e il parco buoi di buona qualità. Oltretutto giocano in territori che erano un tempo (anche sinistramente recente) di loro proiezione, di cui conoscono bene i favori e le insidie metereologiche. Però sembra tutto troppo scontato. Vedremo se Eupalla sarà favorevole o ancora bizzosa.
L'Olanda è favorita di stima, anche per non lasciare i fari accesi solo sulle due finaliste del precedente torneo. Ma non mi convince molto perché non ha i campioni della Spagna e nemmeno i giovani talentuosi della Germania. Temo sia un'incompiuta come i suoi mezzosangue. Dovessi limitarmi a queste tre, direi: 50% Germania, 35% Spagna, 15% Olanda.
Roy Hodgson, meglio noto come Benny Hill |
Quel che mi auguro davvero è che venga fuori - in un clima generale di crisi economica e politica dell'Unione (?) - una sorpresa. E guarderei all'Est: alla Russia, in primo luogo, che si affida a uno dei pochi allenatori che si presenta al torneo con una VQA di fascia A, e ad alcuni bei giocatori di talento; alla Cechia poi, se non altro perché gioca a pochi passi da casa e a latitudini e climi che conosce come poche altre, e perché arriva un po' in sordina; meno alla Croazia, che mi sembra in disarmo e a fine ciclo. Leggo che i polacchi sono molto fiduciosi di far bene, affidandosi al trio dei campioni della Bundesliga. Meno pronti appaiono invece gli ucraini, in tutti i sensi, infrastrutturali, politici e tecnico-tattici (anche se hanno mostrato delle belle gnocche senza veli). Metto una fiche su Russia e Cechia, pertanto: più o meno al 5%-10%.
Il resto è mancia, come si dice, e si limita alla speranza di spunti e petardi: Ibra che si riaffaccia in una competizione di vertice dopo il tacco con cui pasquinò Buffon e dopo l'incolore mondiale del 2006; Ronaldo che scorazzerà come sempre senza risultati tangibili anche sui prati delle pianure orientali; il Trap che ci farà morire dal ridere come sempre con la sua simpatia (lo show è già cominciato a Montecatini, tra gatti nel sacco, montagne della luna, toccate scaramantiche, etc.); dei danesi non so che dire, davvero, a parte il bel ricordo che conservo del prolungato e smagliante tramonto con cui Morten Olsen chiuse la sua carriera di giocatore. Lascio ultimi i greci perché il mio sogno è vederli ai quarti contro la Germania dell'Angelona.
Celebrata la tecnomanzia come il Maestro ci ha insegnato, non mi sottraggo al pronostico. Col simulatore mi esce fuori una semifinale tra Russia e Spagna e un'altra tra Germania e Italia. Tradizione vorrebbe che metteremmo sotto i todeschi, mentre dall'altra parte la sorpresa sarebbe la Russia. Finale inedita: per scaramanzia dico Russia.
Azor