Essendo, com'è noto, il calcio metafora della vita, il penalty concesso a Ozil per il mancato rispetto delle regole si è offerto come esemplare tropo della competizione in atto per il dominio dell'area-euro e dell'economia europea.
Prandelli dice: "bisogna stare attenti, quando si parla di Italia". E' così. Il repertorio che abbiamo esibito in questo torneo rimane utopia per qualsiasi scuola calcistica: l'abbiamo arricchito grazie alla didattica di Cesare, che ci ha insegnato a condurre tratti di partita attraverso l'inedita (per noi) gestione prolungata della palla. Gestione che ha, naturalmente, l'effetto di spezzare il ritmo del match, di interrompere le inerzie sfavorevoli. Ieri sera abbiamo un po' sofferto nei primi 15', come contro la Benny Hill'S Club band; poi, trovate distanze e posizioni, gli abbiamo nascosto il pallone per sei o sette minuti; fino al primo gol di Mario, esito logico in quel momento della partita. Poi la fase dello schiacciamento nella nostra area e la disponibilità di spazio nella loro metà campo: c'è qualcuno al mondo che può insegnare a noi tempi e movimenti del "contropiede"? O qualcuno che può insegnarci come ci si difende in area di rigore e nei suoi pressi? Ovviamente no. Le nostre risorse calcistiche, già considerevoli, si sono ora solamente accresciute. Sicché il nostro unico problema è, e sempre resterà, la qualità degli interpreti. Per il momento, abbiamo alcune pentavalide e uno che lo può diventare, e che forse ha iniziato a diventarlo proprio al Narodowy.
Balotelli. Finalmente è esploso.Qui fra di noi, almeno io e Azor da anni discutiamo di lui e del fatto che si tratti di un pedatore potenzialmente sensazionale, per la varietà dei colpi, la dirompente fisicità, il talento naturale. Ha detto giustamente, Cesare, dopo la partita: "la sua carriera è appena iniziata". Azzardo un paragone, senza irriverenza. Marco Van Basten aveva due o tre anni più di Mario, nell'europeo dell'88, quando decollò definitivamente. Non aggiungo altro.
Mans