21 giugno 2012

La politica nel pallone

I giornali di oggi riportano due o tre chicche per il morso dello scorpione di Higuita che non possiamo lasciare cadere.

6 giugno 2012, Danzica
Angela Merkel cena con la Nazionale tedesca
Ai tempi del Caimano gli ossessionati ci hanno rintronato quotidianamente sul fatto che non siamo un paese serio e che la Germania e suoi politici invece sì ... Ora la guida Angela Merkel, a lungo - e temo tuttora - reputata politica migliore dei nostri: io mi limito a riportare il giudizio lapidario che ne ha dato uno dei più grandi politici (lui sì) europei del secolo scorso, Helmut Kohl il 18 luglio 2011: "Sta rovinando la mia Europa" [vedi l'articolo di Guido "nerazzurro" Rossi su "Il Sole 24 Ore"]. Bene, l'Angelona ha chiesto al nostro prof. Mario Monti - autore del pensiero non occulto "Fermare il calcio per due o tre anni: è un desiderio che a volte sento dentro di me" - e ai premier francese, Francois Hollande, e spagnolo, Mariano Rajoy, di poter anticipare di alcune ore il vertice sulle prospettive finanziarie e politiche dell'euro previsto a Roma domani per poter essere a Danzica alle 20:45 in tempo per Germania-Grecia. Vi immaginate se l'avesse chiesto il Cavaliere in che vespaio mediatico saremmo? Invece tutti zitti [la notizia è qui]. Ma fin qui passi. La cosa buffa è che Monti ha abbozzato e accolto la richiesta. Dunque ci vengono alcuni dubbi: il nostro professore non ha ancora capito quali sono i valori assoluti? La Merkel è davvero una statista seria? Il calcio è più importante del momento economico? E se poi opliti ed efialti le sconfiggessero sotto gli occhi l'esercito teutonico?

Walter Veltroni e Massimo D'Alema
ai tempi delle convocazioni di Enzo Bearzot
E veniamo all'enfant du pays, Matteo Renzi. Leggo che ieri in una trasmissione televisiva ha dichiarato: "D'Alema e Veltroni stanno in parlamento, calcisticamente parlando, da quando c'era Bearzot; oggi c'è Prandelli. C'era Paolo Rossi, ora c'è Balotelli". Vero, anzi verissimo. Dunque il calcio è davvero la misura della politica, anche per quelli che hanno vissuto per anni (anche quando erano al governo) nell'ossessione per la "discesa in campo" e per l'appropriazione del grido di sostegno "Forza Italia!"?


Politici romani e padani uniti dalla forchetta
Oggi sono trascorsi invano 76 giorni dall'impegno dei presidenti delle Camere per la riforma del finanziamento ai partiti italiani, come ci ricorda il timer sul sito del "Corriere". E oggi leggo che i nostri Azzurri hanno deciso di non discutere l'entità del premio per il raggiungimento della semifinale e di devolverne una parte in aiuto alle popolazioni dell'Emilia colpite dal terremoto [la notizia è qui]. Mettiamo in connessione le due notizie non per vetero qualunquismo ma perché ricordiamo come l'allora ministro della Repubblica Roberto Calderoli dichiarò nel 2010 che "gli azzurri sono bimbi viziati". Viene da chiedersi, purtroppo, se ormai non siano migliori i nostri nazionali rispetto ai politici nazionali. Il link lo ha fatto il dentista prestato alla politica. Forse perché conosce l'effetto che fa sull'apparato ortodonziaco l'abboffata dei forchettoni. A spese del contribuente. Sono loro ad alimentare l'antipolitica e ad aprire la strada alla dittatura prossima ventura. Un dramma imminente.