9 giugno 2012

Una buona partenza

Breve commento a metà del primo turno, anche perché potrò vederne ancora solo Italia-Spagna e temo di doverne perdere Francia-Inghilterra. L'avvio del torneo mi sembra buono: si segna in tutte le partite, il clima è fresco e corroborante, il gioco non è infame né soporifero. Ciò non significa che si debba ripetere un'edizione gradevole come quella passata, ma i segnali sono incoraggianti: omaggiata, Eupalla potrebbe ben disporsi e graziarci. La partita più bella è stata quella di stasera tra Germania e Portogallo (valeva un quarto, non una semifinale), la più spettacolare quella tra Russia e Cechia, la più noiosa quella tra Danimarca e Olanda, la più brutta (di cui ho visto solo la sintesi di mezzora) quella tra Grecia e Polonia.

8 giugno 2012, Stadion Narodowy, Warszawa
Wojciech Szczęsny è splendidamente proteso in aria a una spanna da terra
ma inutilmente perché Dimitris Salpingidis giunge prima sul pallone
Pagelle. Russia 7+: ha mostrato il calcio più efficace, con tratti sia collettivi sia individuali di qualità, ma andrà rivista agli ottavi (che al momento sembrano dire Danimarca). Danimarca 7: ha tenuto il campo benissimo, senza chiudersi nell'autobus, anzi riproponendosi appena possibile; se la gioca col Portogallo (e con due risultati su tre a disposizione). Germania 6 e mezzo: solida come quasi sempre, ha portato a casa il risultato con caparbietà e mestiere (sia Gomez, sia Boateng e Neuer nei recuperi su Ronaldo e Varela) e ipotecato il primo posto (e magari un quarto con la Grecia). Grecia 6-: ha lottato anche contro l'arbitro in questo Europeo che sembra estendere le politiche di Bruxelles a quelle di Nyon; con i suoi piedi si è però mangiata un'"occasione di rigore" (il punto è sempre quello ...). Portogallo 5 e mezzo: è l'eterna incompiuta, con gli eterni pregi di manovra e palleggio e gli eterni difetti di inconsistenza realizzativa (manca da 60 anni un centravanti degno, e Ronaldo è solo una sopravvalutata bisvalida, un levigato avatar da playstation). Polonia 5: volonterosa ma mesta nonostante la dazione ambientale. Cechia 4: ha preso quattro pere senza opporre praticamente nulla, indegna della sua tradizione. Olanda 4: i suoi mezzoni sono stati uccellati dalla vecchia volpe Olsen e dalla loro presunzione; sarà difficilissimo un recupero se la condizione atletica e l'atteggiamento rimarranno questi. Il più bel gol direi quello di Roman Anatol'evič Pavljučenko perché cercato, preteso e offeso.

Un'osservazione tecnica. I nesci sostengono che il gioco del Barcellona è inimitabile. Mica vero. Alcune grammatiche (non la sintassi, certo) sono già stata assorbite. Vedi la Russia di ieri (e dell'amichevole contro l'Italia): il gioco riparte dal portiere, palla a terra, e procede a ragnatela fino a che non si crea l'occasione di mettere la palla in profondità, con finte ali che convergono e half-backs che si inseriscono; vietati i lanci a perdere, sconsigliati i cross per le inzuccate, suggeriti quelli bassi a tagliare. La differenza profonda - oltre che nella qualità degli interpreti - è invece la fase di transizione: la firma d'autore del Pep è stata quella di rendere indistinguibile pressing e possesso (questa sì probabilmente davvero difficilmente imitabile). Ciò porta con sé, per la Russia, anche la rinuncia al predominio del possesso e, conseguentemente, la tattica di creare lo spazio alle spalle dell'avversario attendendolo, come nelle migliori declinazioni di Dick Advocaat. Scopro invece quel bel giocatore dal nome esotico di Michael Krohn-Dehli, che aveva fatto finora solo fugaci apparizioni nell'Ajax e peditato in squadre del suo paese dall'appeal molto nordico e dunque invisibili ai più: oggi ha giocato con sagacia tattica, tempismo nell'azione e qualità tecniche. Come si dice chapeau in danese?

Azor