18 giugno 2014

Il futebol de arte ha cambiato indirizzo

Cartões Postais do Brasil 2014

Ci sono interrogativi destinati a rimanere senza risposta. Eccone qualcuno. Perché Paulinho gioca titolare nella Seleçao? E perché anche Fred? E perché anche Luiz Gustavo? Non so se qualcuno, ogni tanto, lo chiede a Scolari; e, nel caso, come lui risponda. Sarà gente, quella appena citata, divorata dalla tensione e dalla paura, e che perciò entra in campo con gambe molli, salivazione scarsa e tachicardia, condizioni non ideali per esprimere futebol de arte. Messo così, è già molto che il Brasile non si schianti contro l'XI messicano, una mescolanza di indios e di mangiatortillas ben motivati da Miguel Herrera - faccia da fazendero che sembra inventata dalla matita di Aurelio Galeppini.

Dove l'avevo già visto? Forse nei primi albi di Tex.
Il prossimo CT messicano potrebbe essere 'El Morisco'
El Tricolor aveva sottratto ai brasiliani l'oro olimpico giusto un paio d'anni fa - c'erano Oscar e Neymar, Thiago, Marcelo e Hulk. La Coppa del mondo è un'altra storia, e infatti non andranno certo più lontano dei padroni di casa, per quanto essi balbettino e sembrino sempre più aggrappati a possibili, estemporanee soluzioni escogitabili da O Ney. Colpisce l'assenza di alternative. Di uomini, oltre che di modulo. Bernard, sì: un giocatorino. Jô, certo: un ronzino. Hernanes? Mah. Ramires? Si è visto. Senza accorgermene, ho risposto alle domande poste lassù in cima. Ciò nonostante rimango fiducioso. In qualche modo il Brasile andrà avanti e andrà lontano. Non so in quale e fino a dove.

A proposito di alternative. Qualcuno avrà pur visto ieri il Belgio, e l'orrendo primo tempo che hanno apparecchiato i ragazzini contro la modesta Algeria. Wilmots ha però una panchina lunga e traboccante di talenti, dunque ampie possibilità di rimediare alla giornata storta di qualche titolare. Lukaku non gira? Dentro tale Divock Origi, attaccante del Lille, nato a Ostenda nella primavera del '95: in curriculum una trentina di partite di Ligue 1 nella stagione appena conclusa e nulla più. Impressionante. Chadli fa schifo? Dembélé è lento? Dentro Mertens e Fellaini - certo, questi sono più famosi di Origi. Un gol a testa - e che gol - e match ribaltato.

La sacrosanta legnata di Mertens
E' un mondiale 'nuovo'. Ci sono grandi scuole che hanno rinunciato alla propria tradizione e stanno cercando di costruirne un'altra. L'Italia - che cerca di arrivare in porta con fittissime ragnatele di passaggi, allargando il campo, guadagnando metri (dunque addio 'difesa e contropiede'). La Germania - finita l'epoca delle Panzerdivisionen, sono tutti eleganti ballerini, escluso (dico quanto a eleganza) il bomber che del centravanti classico tedesco ha solo il cognome. Il Belgio - basta con la tattica del fuorigioco e i quintali di sonnifero sparsi sul campo, ora si va tutti all'attacco e peccato si giochi per regolamento solo in undici. Il Brasile è ancora a metà del guado. Vorrebbe essere più solido a costo di accantonare il talento. Forse, il talento ha smesso di sbocciare debordante nei vicoli delle favelas o sulla spiaggia di Rio. Rimane la solidità. Quella che vantavano l'Italia la Germania il Belgio. Basterà? Chi lo sa.

Mans