L'istantanea del calcio
italiano a metà 2014 è allarmante. Fuori con disonore dai Mondiali, spogliatoio spaccato e ignobile crociata contro Mario
Balotelli, Commissario Tecnico della Nazionale e Presidente della
Federazione dimessi; ma assegnati i diritti
televisivi della Serie A per il prossimo triennio tra diffide e bandi
non rispettati.
In questi stessi giorni è
anche accaduto che Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito a colpi
di pistola a Roma il giorno della Finale di Coppa Italia del maggio
scorso, abbia smesso di vivere.
I giornali se ne sono
accorti, sebbene le testate sportive abbiamo dato e diano più spazio al presunto
scarso impegno di Balotelli in Nazionale, alle dimissioni di
Prandelli, alla polemica tra “senatori” e “giovani” azzurri;
così forse per la prima volta dopo quasi due mesi la città di
Napoli è stata mostrata solo col volto (o meglio, il corpo) di Ciro e non con
quello aggressivo di Gennaro De Tommaso.
27 giugno 2014, Napoli, quartiere Scampia Il feretro di Ciro Esposito, coperto dall'arcobaleno di sciarpe delle tante tifoserie intervenute, non tutte gemellate con quella partenopea. |
Si dirà che il luttuoso
avvenimento sia da ascrivere alla cronaca nera piuttosto che a quella
sportiva ma è chiaro che non può essere così. Eupallog ha già
ampiamente descritto l'incapacità dei maggiori rappresentanti dello
Stato, presenti allo Stadio Olimpico di Roma quella maledetta sera
del 3 maggio 2014 esprimendo più volte la propria posizione (qui, qui e anche qui) ed ha suggerito, facendo
proprie e integrandole, le proposte della Gazzetta dello Sport.
Marco Rossi-Doria, il maestro di strada dei Quartieri Spagnoli, è
forse l'unico a proporre una via diversa, più conciliante ma persino più complessa da attivare rispetto alla repressione del tifo organizzato,
appellandosi anche alla responsabilità del medesimo, senza
additarlo come unico colpevole della situazione italiana ma come
parte del sistema da rifondare. È una posizione condivisibile ma che presuppone un senso di
responsabilità condivisa a più livelli, a partire dalle più alte cariche dello
Stato. Questa giornata di lutto avrebbe dovuto infatti portare tutte
le Istituzioni a riflettere e soprattutto ad agire, ma alcuni segnali
fanno temere che nulla di ciò accadrà; non c'era bisogno di
attendere la dipartita di Ciro Esposito per comprendere la gravità
della situazione e fino ad ora, dopo l'imbarazzante sera del 3 maggio con Presidente del Consiglio e Presidente del Senato perplessi e incapaci di prendere in mano la situazione, ci si è limitati ad appelli e
promesse, col campionato che inizierà tra solo due mesi.
Lo
sconforto aumenta confrontando la galleria fotografica che ritrae
i funerali di Ciro Esposito e le decine di migliaia di partecipanti con quella dei festeggiamenti per il centenario della ditta E.Marinella, storica produttrice napoletana di cravatte. I primi si sono svolti a Scampia, con la folla che riempiva piazza
Grandi Eventi (sic!); la seconda a Palazzo Reale.
26 giugno 2014, Napoli, Palazzo Reale Sorrisi istituzionali ai festeggiamenti per il centenario della ditta E.Marinella |
Il Sindaco di
Napoli era a Scampia fisicamente mentre per il Governo era presente
Gioacchino Alfano, Sottosegretario del Ministero della Difesa (più
che altro per la sua chiara fede calcistica visto che ben altri
Ministeri avrebbero dovuto garantire la propria presenza). Un Ministro
della Repubblica era però a Napoli nelle stesse ore o giù di lì:
Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i
Rapporti con il Parlamento, appare sorridente e felice accanto a
Maurizio Marinella, Bruno Vespa e a Stefano Caldoro, Presidente della
Regione Campania. Col sorriso è arrivato anche Crescenzio Sepe,
Cardinale e Arcivescovo metropolita di Napoli, insieme ad altre celebrità sorridenti.
Nulla cambierà
neanche quest'anno. Non ci resta che allentare il nodo della cravatta,
respirare con calma e incrociare le dita in occasione della prossima sfida che un tempo era chiamata derby del Sole.
Pope