Giunti alla vigilia dell'evento più atteso dai figli di Eupalla di tutto il globo, si rende necessario tastarsi bene addosso, scartare le sfere di troppo (e cresciute già a dismisura per via dell'atavico, insopportabile vizio nazionale di gettare fango, e non solo, addosso al CT un anno luce prima dell'inizio dei Mondiali) e scegliere l'unica che conta: quella di cristallo per i pronostici, mai come quest'anno ardui.
Il Mondiale si presenta ai nastri di partenza come uno dei più brutti della storia pallonara per una serie di ragioni: clima infame, rischio altissimo di infortuni muscolari a causa dell'elevato tasso di umidità, giocatori spaesati in condizioni atmosferiche da guerre stellari, carenza cronica di talenti a metà campo (nessuna nazionale ha tre fenomeni che ricoprano ruoli chiave del centrocampo a parte la Spagna, ma è un discorso a parte) e grandi nomi praticamente a mezzo servizio, tranne qualche eccezione. Per queste ragioni e, soprattutto, per il cinismo della Dea cui tutti siamo devoti, credo che saranno Mondiali bellissimi. E credo altresì che a vincerli non saranno né il Brasile né la Spagna. Vediamo perché.
Il Brasile è la squadra di casa, l'allena uno bravo e preparato, fuori dal clamore mediatico, ma onesto lavoratore del piolo feriale. Vanta una rosa enigmatica. Hanno un centrocampo carneadesco. Il portiere è vecchio, ma di sicuro affidamento, a meno che Felipao non decida di schierare Jefferson o Victor; assai improbabile. La difesa è stellare. Nessuna nazionale vanta nomi di questo calibro: Thiago Silva, Alves, David Luiz, Marcelo, Dante, Maxwell. Roba da lustrarsi gli occhi. Chiunque si rompa, il sostituto è all'altezza sia che giochino a quattro (come probabilmente sarà) sia che giochino a tre. L'attacco non strappa entusiasmi eccessivi, ma è di tutto rispetto e lo si è visto, tenendo conto del calibro della competizione, alla ConfCup. Hulk, Fred e Neymar (sul quale ha detto tutto e bene Mans) possono bastare. Il centrocampo, come dicevo, mi lascia parecchio perplesso e in questa competizione conta più dell'attacco. A parte Oscar e Willian, mi pare siano messi parecchio male. Se Felipao, vecchia volpe, mette due medianacci davanti a quella difesa strepitosa, allora hanno qualche chance, ma in generale non sono i miei favoriti.
La Spagna è, come sempre, una squadra (apparentemente) senza difetti. Difesa formidabile il cui ricambio generazionale lascia sbalorditi. Attacco certamente più forte di quattro anni fa, ma centrocampo con uno Xavi che invecchia destando qualche preoccupazione. Sono forti, anzi fortissimi; per la finale però ci vuole fortuna e fame. La prima di solito ce l'hanno, la seconda è la vera incognita. Credo che centreranno almeno la semifinale, non oltre. È d'obbligo prendere in esame la solita inossidabile Germania. Squadra dove niente cambia perché tutto cambi. Il buon Loew stavolta ha portato un solo attaccante di ruolo e cinquanta centrocampisti. I nomi sono sempre gli stessi, con un Reus in meno un Goetze in più. Farà un ottimo girone di qualificazione, bene il turno successivo e poi a Berlino di corsa. Non arriveranno in semifinale.
Vedo bene la Russia del Fabione nazionale, squadra ambiziosa ed equilibrata, con un allenatore che riuscirebbe a far recitare Leopardi anche a un ingegnere aeronautico. Vedo male l'Olanda, come sempre dilaniata dagli scontri all'interno di uno spogliatoio-polveriera. Non sottovaluterei il Giappone di Zac, può essere una sorpresa e la Colombia dello sfortunatissimo Falcao (ah, se l'avessero avuto!). Inghilterra e Francia stavolta avrebbero fatto meglio a restare nel vecchio continente. Avrebbero risparmiato il biglietto e l'albergo a cinque stelle in cui sono alloggiati. Vedo qualche possibilità in più per gli odiati cugini d'oltralpe, ma poca roba.
E arriviamo al dessert: i Fratelli d'ignavia, i Cesaroni nostrani, gli azzurrognoli del Prandelli da Orzinuovi. Che dire? Campionato scarsissimo, noioso e a tratti irritante, con le solite manfrine di una classe arbitrale scadente e diretta da un personaggio simpatico come Cicchitto e Gasparri messi insieme che parlano di spread. Lega calcio allo sbando, Federazione diretta da uno che potrebbe parlare per un'ora e appena ha finito ti scordi pure che esiste. Arriviamo all'appuntamento mondiale dopo aver per anni propugnato la farsa del codice etico (la sola definizione mi risulta stucchevole). Il calcio è una cosa, l'etica un'altra. Altrimenti De Rossi, Balotelli e Chiellini giocherebbero a pelota o a bocce. Amichevoli giocate dalla Nazionale nell'ultimo mese: due. Vinte: zero. Delusioni tantissime e tutti a sparare sul CT e su un gruppo considerato privo di talento. Quindi, come sempre, partiamo alla grande. Ovvero, le premesse sono ideali per vincere il Mondiale.
Mi resta molto amaro in bocca per la mancata convocazione di Pepito Rossi, unico vero fenomeno del calcio nazionale, ma sono certo che nessun commissario tecnico si priverebbe del suo miglior talento se avesse scelta. Credo quindi che Cesare non avesse scelta. Rossi non poteva giocare i Mondiali e basta. Detto tutto ciò sono certo che faremo un bel Mondiale, ma non vinceremo. Possiamo arrivare in semifinale; anzi, ci arriveremo sicuramente e ci fermeremo lì.
Dimenticavo il caffè. Vince l'Argentina. Squadra completa in tutti i reparti, formidabile in difesa, di altissimo livello a centrocampo e poi, se Messi non vince questo Mondiale allora il paragone con sua Maestà Diego deve finire per sempre.
Cibali