28 giugno 2014

Sciarpa o cravatta

L'istantanea del calcio italiano a metà 2014 è allarmante. Fuori con disonore dai Mondiali, spogliatoio spaccato e ignobile crociata contro Mario Balotelli, Commissario Tecnico della Nazionale e Presidente della Federazione dimessi; ma assegnati i diritti televisivi della Serie A per il prossimo triennio tra diffide e bandi non rispettati.

In questi stessi giorni è anche accaduto che Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito a colpi di pistola a Roma il giorno della Finale di Coppa Italia del maggio scorso, abbia smesso di vivere.

I giornali se ne sono accorti, sebbene le testate sportive abbiamo dato e diano più spazio al presunto scarso impegno di Balotelli in Nazionale, alle dimissioni di Prandelli, alla polemica tra “senatori” e “giovani” azzurri; così forse per la prima volta dopo quasi due mesi la città di Napoli è stata mostrata solo col volto (o meglio, il corpo) di Ciro e non con quello aggressivo di Gennaro De Tommaso. 

27 giugno 2014, Napoli, quartiere Scampia
Il feretro di Ciro Esposito, coperto dall'arcobaleno di sciarpe delle tante tifoserie
intervenute, non tutte gemellate con quella partenopea.
Si dirà che il luttuoso avvenimento sia da ascrivere alla cronaca nera piuttosto che a quella sportiva ma è chiaro che non può essere così. Eupallog ha già ampiamente descritto l'incapacità dei maggiori rappresentanti dello Stato, presenti allo Stadio Olimpico di Roma quella maledetta sera del 3 maggio 2014 esprimendo più volte la propria posizione (qui, qui e anche qui) ed ha suggerito, facendo proprie e integrandole, le proposte della Gazzetta dello Sport.

Marco Rossi-Doria, il maestro di strada dei Quartieri Spagnoli, è forse l'unico a proporre una via diversa, più conciliante ma persino più complessa da attivare rispetto alla repressione del tifo organizzato, appellandosi anche alla responsabilità del medesimo, senza additarlo come unico colpevole della situazione italiana ma come parte del sistema da rifondare. È una posizione condivisibile ma che presuppone un senso di responsabilità condivisa a più livelli, a partire dalle più alte cariche dello Stato. Questa giornata di lutto avrebbe dovuto infatti portare tutte le Istituzioni a riflettere e soprattutto ad agire, ma alcuni segnali fanno temere che nulla di ciò accadrà; non c'era bisogno di attendere la dipartita di Ciro Esposito per comprendere la gravità della situazione e fino ad ora, dopo l'imbarazzante sera del 3 maggio con Presidente del Consiglio e Presidente del Senato perplessi e incapaci di prendere in mano la situazione, ci si è limitati ad appelli e promesse, col campionato che inizierà tra solo due mesi.

Lo sconforto aumenta confrontando la galleria fotografica che ritrae i funerali di Ciro Esposito e le decine di migliaia di partecipanti con quella dei festeggiamenti per il centenario della ditta E.Marinella, storica produttrice napoletana di cravatte. I primi si sono svolti a Scampia, con la folla che riempiva piazza Grandi Eventi (sic!); la seconda a Palazzo Reale.

26 giugno 2014, Napoli, Palazzo Reale
Sorrisi istituzionali ai festeggiamenti per il centenario della ditta E.Marinella

Il Sindaco di Napoli era a Scampia fisicamente mentre per il Governo era presente Gioacchino Alfano, Sottosegretario del Ministero della Difesa (più che altro per la sua chiara fede calcistica visto che ben altri Ministeri avrebbero dovuto garantire la propria presenza). Un Ministro della Repubblica era però a Napoli nelle stesse ore o giù di lì: Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento, appare sorridente e felice accanto a Maurizio Marinella, Bruno Vespa e a Stefano Caldoro, Presidente della Regione Campania. Col sorriso è arrivato anche Crescenzio Sepe, Cardinale e Arcivescovo metropolita di Napoli, insieme ad altre celebrità sorridenti.

Nulla cambierà neanche quest'anno. Non ci resta che allentare il nodo della cravatta, respirare con calma e incrociare le dita in occasione della prossima sfida che un tempo era chiamata derby del Sole.

Pope